Il 6 maggio 1976 in Friuli la terra trema. Alle 21.00 un terremoto di magnitudo 6,4 della scala Richter, e intensità pari al IX-X grado della scala Mercalli, colpisce un’area di 5.700 chilometri quadrati. 59 tragici secondi dura la scossa principale. La zona a nord di Udine è la più colpita: Gemona, Venzone, Osoppo (solo per citarne alcuni) subiscono gli effetti più distruttivi. I danni sono immensi, stimati per 4.500 miliardi di lire. 989 le vittime. Circa 3.000 i feriti. Quasi 200.000 persone perdono la casa.
Il 6 maggio 2015 l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale dà il via a una serie di eventi per ricordare il terremoto del Friuli e diffondere strategie di prevenzione e riduzione dei rischi naturali.
Mercoledì 6 maggio a partire dalle ore 9, sarà online sul sito versoi40anni.wordpress.com il video di una lezione che i ricercatori del CRS hanno tenuto agli studenti e alle studentesse dell’Isis Malignani di Udine. Sul sito ci saranno la presentazione e il video scaricabili e utilizzabili per attività didattiche in aula.
Venerdì 8 e sabato 9 maggio, di mattina, i ricercatori del Centro Ricerche Sismologiche, in via Treviso 55 a Udine, sono pronti ad accogliere le scuole (prenotazione visite all’indirizzo eduscuole@inogs). “Nel corso delle visite scolastiche, gli studenti visiteranno la sala sismica, per capire come quotidianamente monitoriamo il territorio e registriamo i terremoti” spiega Carla Barnaba, ricercatrice del CRS.
Negli stessi giorni i ricercatori dell’OGS terranno laboratori didattici e conferenze all’Istituto Bearzi di Udine, in occasione di “Rescue Day: le giornate dell’emergenza”: un’iniziativa promossa dalla scuola per sensibilizzare le giovani generazioni sui temi della sicurezza e della prevenzione dei rischi legati alle calamità naturali.