Eruzioni vulcaniche in ambiente marino: nuovi risultati grazie alla spedizione internazionale Fire&Ice

Giulia Matilde Ferrante dell’OGS ha recentemente partecipato a una missione oceanografica al largo delle coste della Patagonia settentrionale. La campagna, denominata Fire&Ice, è durata tre settimane e ha coinvolto un team internazionale di scienziati provenienti da Gran Bretagna, Cile, Italia, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Malta. L’obiettivo del progetto era comprendere meglio gli effetti delle eruzioni sull’ambiente marino e sulle infrastrutture antropiche.

L’eruzione del vulcano Chaitén, avvenuta in Cile nel 2008, dopo 9.000 anni di quiescenza, ha avuto un forte impatto sul territorio e sulle comunità locali, e ha riversato enormi quantità di cenere e polveri anche in mare. La missione Fire&Ice, che si è svolta a bordo della nave da ricerca Falkor (too) dello Schmidt Ocean Institute, ha fatto uso di tecnologie all’avanguardia e di un sottomarino a comando remoto per raccogliere e studiare campioni di questi sedimenti vulcanici. Tracce dell’eruzione sono state individuate fino a 25 chilometri di distanza dal Chaitén, ma le analisi hanno coinvolto in realtà un’area molto più ampia, estesa dal Mare di Patagonia settentrionale fino alla Fossa di Atacama.

Le stratificazioni di sedimento emerse dalle carote forniscono una testimonianza diretta dell’attività geologica e paleoceanica della regione. Inoltre, come affermato da Sebastian Watt, “sarà possibile ricostruire gli effetti dei vulcani sugli ambienti marini e sulle infrastrutture antropiche poste in mare, come quelle legate alla pesca e alle telecomunicazioni”.

È stata realizzata inoltre una nuova mappatura di 2700 chilometri quadrati del fondale marino costiero, che ha rivelato, tra le altre cose, la sua morfologia glaciale e la presenza di enormi mega-dune sottomarine, formate da sedimenti vulcanici accumulatisi alla foce di un fiume.

La campagna oceanografica ha però avuto anche un’importante valenza sociale, oltre che scientifica. Ricercatori provenienti da tre università cilene e dal Servizio Nazionale Geologico e Minerario cileno (SERNAGEOMIN), infatti, hanno collaborato con le comunità locali di Chaitén per sensibilizzare la popolazione sui rischi vulcanici e sull'importanza di tutelare l’ambiente marino.

Foto: Alex Ingle / Schmidt Ocean Institute