Golfo di Trieste: conoscere la vulnerabilità dell’ambiente marino per proteggerlo al meglio
La rivista People and Nature ha recentemente pubblicato uno studio, condotto grazie a una collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS e l’Università degli Studi di Trieste, che ha confermato come soltanto un elevato livello di protezione dell’ambiente marino può minimizzare gli impatti delle attività dell’uomo.
I ricercatori, elaborando dati ambientali e informazioni relative alle attività antropiche del Golfo di Trieste, hanno prodotto due mappe di vulnerabilità utilizzando un sistema informativo geografico - GIS (Geographic Information System) con una elevatissima risoluzione (50x50 metri): una relativa ai fondali e l'altra agli ecosistemi marini.
Nel Golfo di Trieste convivono importanti realtà industriali e zone fortemente antropizzate ma anche diverse aree soggette a protezione e conservazione, come l’area marina protetta di Miramare, le riserve naturali regionali e i siti afferenti alla rete Natura 2000. Una corretta pianificazione dello spazio marittimo è, quindi, indispensabile per lo sviluppo di un'economia blu sostenibile.
I risultati della ricerca hanno evidenziato l’effetto positivo dei livelli di protezione e conservazione laddove sono stati istituiti, confermando l’importanza, ribadita dall’agenda 2030 delle nazioni unite, di aumentare la
percentuale di spazio marino protetto per aderire pienamente all’obiettivo 14 dell’agenda stessa e conservare e utilizzare in modo sostenibile l’ambiente marino.