Il DNA della laguna racconta la sua biodiversità
La biodiversità della fauna ittica della Laguna di Marano e Grado, una delle zone umide costiere più importanti del Mediterraneo, è stata studiata per la prima volta attraverso l’analisi del DNA ambientale, il materiale genetico che gli organismi rilasciano nell’ambiente in cui vivono e si muovono. Lo studio è stato condotto nell’ambito del progetto Interreg Italia – Croazia ARGOS (ShARed GOvernance of Sustainable fisheries and aquaculture activities as leverage to protect marine resources in the Adriatic Sea) su incarico dato ad OGS dalla Direzione Centrale Risorse Agroalimentari, Forestali e Ittiche (Servizio Caccia e Risorse Ittiche) della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e ha avuto anche il supporto dell’NBFC (National Biodiversity Future Center)-PNRR.
L’analisi molecolare è un metodo efficace e non invasivo che si è dimostrato valido quanto i metodi di campionamento più tradizionali. Lo studio ha combinato una tecnica di analisi genetica chiamata metabarcoding del DNA ambientale (eDNA), che consente di identificare le specie presenti in un ambiente senza bisogno di catturarle bensì analizzando un campione d’acqua, e un metodo di campionamento più tradizionale, ovvero la pesca con rete, per avere dati sulla biodiversità e per confrontare le due metodologie. Oltra all'OGS lo studio ha coinvolto ARPA FVG e Stazione Zoologica Anton Dohrn ed è stato recentemente pubblicato sulla rivista Estuarine, Coastal and Shelf Science.