Più acido, meno fertile e meno ossigenato: effetti del cambiamento climatico sul Mediterraneo
Acidificazione, impoverimento di ossigeno, di sostanze nutrienti e di microrganismi planctonici alla base delle catene alimentari. Fenomeni che caratterizzerebbero il Mar Mediterraneo alla fine di questo secolo secondo un nuovo studio condotto dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS con la collaborazione della Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici - CMCC e recentemente pubblicato su Biogeoscience.
La ricerca valuta l’impatto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini mediterranei tra la metà e la fine del 21° secolo utilizzando proiezioni ad alta risoluzione dello stato fisico e biogeochimico del bacino. Il gruppo di ricerca ha analizzato la risposta degli ecosistemi marini del Mediterraneo a due diversi scenari di emissione di CO2.
Lo scenario peggiore simula una crescita ininterrotta di concentrazione di CO2 nell’atmosfera fino ad arrivare a 1200 ppm (parti per milione) a fine secolo. Quello più ottimistico prevede un taglio di emissioni e quindi una stabilizzazione della CO2 atmosferica intorno a circa 500 ppm. Le due simulazioni climatiche confermano ed espandono i risultati già prodotti negli anni scorsi dal gruppo di modellistica dei sistemi marini di OGS, e prospettano un Mediterraneo che diventerà più caldo e caratterizzato da un calo generale del contenuto di nutrienti e ossigeno negli strati superficiali e intermedi del bacino. Inoltre, a causa dell’assorbimento di CO2 dall’atmosfera, la colonna d’acqua diventerà più acida, in linea con le proiezioni su scala globale.
Un risultato che dunque supporta l’idea che la riduzione delle emissioni di CO2 sarebbe efficace nel limitare gli effetti del cambiamento climatico.