Prima campagna in Artico per la N/R Laura Bassi
La nave rompighiaccio N/R Laura Bassi inizia oggi la sua prima spedizione scientifica in Artico, che realizzerà tre progetti di ricerca proposti da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS e del Consiglio Nazionale delle Ricerche - CNR, finanziati dal Programma di Ricerche in Artico del Ministero dell’Università e della Ricerca - MUR e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - MAECI. La spedizione, della durata totale di 40 giorni, inizierà e si concluderà a Bergen (Norvegia) con un rapido scalo per cambio equipaggio a Longyearbyen (Isole Svalbard, Norvegia). La nave eseguirà inoltre altre operazioni di posa e manutenzione di strumentazione oceanografica nelle acque delle Svalbard. Saranno coinvolti circa 40 ricercatori dell’OGS e del CNR.
La nave, di proprietà dell’OGS e attiva a servizio di tutta la comunità scientifica italiana, è partita oggi da Bergen e seguirà dapprima una rotta che la porterà a ridosso della Groenlandia, da qui si proseguirà in avvicinamento alle sole Svalbard e oltre fino al Mare di Barents. Alla fine di agosto la nave farà scalo a Longyearbyen e proseguirà poi con una seconda fase di ricerca sempre nel Mare di Barents, il tutto tenendosi sempre oltre il Circolo Polare Artico.
Geofisica e oceanografia sono al centro delle attività dei tre grandi progetti della missione, coordinati rispettivamente da Renata Lucchi dell’OGS, Maurizio Azzaro del CNR-ISP e da Laura Ghigliotti del CNR-IAS, finanziati dal PRA (Programma di Ricerca in Artico) in base alla valutazione di un comitato di esperti internazionale, che avranno lo scopo di indagare sia i mutamenti in atto nella regione causati dai cambiamenti climatici e il ruolo dell’impatto antropico sui processi globali, sia l’evoluzione dell’ambiente marino artico nella storia recente della Terra. La raccolta di campioni di acqua marina a diverse profondità, di cui verranno analizzate le proprietà fisiche, chimiche e biochimiche attraverso la soglia oceanica che separa l’Oceano Atlantico dall’Oceano Artico, è il focus del progetto CASSANDRA. La risposta delle comunità biologiche di pesci al cambiamento climatico è invece l’obiettivo del progetto CHANGE, che si svolgerà lungo la costa della Groenlandia nord-orientale all’imbocco dello Stretto di Fram. Il progetto IRYDIA investigherà infine la risposta degli oceani del passato ai cambiamenti climatici naturali determinati dalle alternanze di epoche glaciali ed interglaciali. Tutti i progetti si svolgeranno in stretta collaborazione con gruppi di ricerca internazionali. L’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) fornirà supporto alla gestione dell’infrastruttura ICT e di navigazione e ha curato l'installazione di una stazione meteorologica automatica.
Verranno inoltre realizzate alcune attività che prevedono la manutenzione di osservatori marini profondi al largo delle Svalbard (attività cancellata nel 2020 a causa delle restrizioni Covid-19), posizionati nella parte sud-orientale dello Stretto di Fram, dove lo scambio delle masse d’acqua oceaniche atlantiche e artiche è da molti decenni oggetto di studio della comunità scientifica internazionale. Questi dati, che l’OGS e il CNR raccolgono in maniera continua dal 2014, rappresentano un’opportunità unica per contribuire alla comprensione delle conseguenze indotte dal progressivo riscaldamento globale.
Un’ultima attività vedrà anche la collaborazione con due istituti indiani, il National Institute of Ocean Technology - NIOT e il National Centre for Polar and Ocean Research - NCPOR, per il recupero della strumentazione nel fiordo di Ny Alesund, Kongsfjorden (Norvegia).