
DIONE
Dynamic behavior Of the East ANtarctic Ice ShEet in the Sabrina Coast (East Antarctica)
La risposta delle calotte glaciali al cambiamento climatico può essere svelata esaminando il loro comportamento nel passato. Le principali scoperte degli ultimi anni hanno permesso di identificare in Antartide aree chiave per la comprensione delle complesse interazioni tra criosfera, idrosfera e litosfera. Una di esse è rappresentata dal margine continentale del Sabrina Coast (circa 114°-124°E, vedi figura), dove la base della calotta antartica orientale si trova al di sotto del livello del mare. Ciò rende questa porzione di calotta particolarmente sensibile alle variazioni climatiche, così che quest’area risulta prona ad un significativo scioglimento che ne può portare al collasso. Il Sabrina Coast ospita uno dei ghiacciai antartici a più rapido scioglimento, il ghiacciaio Totten, che drena il più grande bacino subglaciale dell’Antartide orientale, l’Aurora Subglacial Basin (vedi figura in basso). L’area di studio rappresenta quindi una zona cruciale per condurre ricerche sull’evoluzione della calotta antartica orientale, al fine di migliorare le previsioni della sua risposta al riscaldamento climatico globale. Attualmente, lo scioglimento del ghiacciaio Totten è principalmente legato all’incursione di acque relativamente calde della Circumpolar Deep Water (mCDW) sulla piattaforma continentale e al di sotto del ghiacciaio stesso (vedi figura in basso).
L’obiettivo principale del progetto DIONE è quello di fornire una ricostruzione completa dell’evoluzione ambientale e climatica del margine continentale del Sabrina Coast a partire dal Pliocene, quando le concentrazioni atmosferiche di CO2 erano simili a quelle attuali (circa 420 ppm contro le circa 418 ppm attuali), le temperature erano di 2-3 °C più elevate e il livello del mare era di circa 20 m più alto di oggi. Per raggiungere questo obiettivo, verrà effettuata una campagna altamente multidisciplinare per identificare e caratterizzare le fluttuazioni della calotta glaciale nell’area di studio, attraverso l’acquisizione di dati morfo-batimetrici, geofisici, geologici, biologici e oceanografici che integreranno e completeranno i dati raccolti durante precedenti campagne internazionali condotte in quest'area.
L’area di studio è inoltre caratterizzata dalla presenza di diverse specie di mammiferi, quali Antarctic blue (Balaenoptera musculus intermedia), fin (B. physalus) and Antarctic minke whale (B. bonaerensis), che sono considerate dall’International Union for Conservation of Nature and Natural Resources (IUCN) rispettivamente come specie in via d’estinzione, vulnerabile e minacciata. Considerando il potenziale impatto del rumore antropico sui mammiferi marini, verrà effettuato per la prima volta da una nave italiana operante nell’Oceano Meridionale, uno studio delle variazioni di comportamento di queste specie durante l’acquisizione dei dati geofisici.
Le multidisciplinari attività di DIONE sono svolte da cinque unità di ricerca guidate da OGS, dall'Università di Pisa, dall'Università di Trieste, dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), in collaborazione con Australian National University, Centre for Environment Fisheries and Aquaculture Science (CEFAS, Regno Unito), Colgate University (USA), Geoscience Australia, Rutgers University (USA), School of Ocean and Earth Science- University of Southampton (Regno Unito), University of Tasmania e University of Tokio.