Trattato dell'Alto mare: il mondo si impegna a proteggere l’oceano
Dopo più di 10 anni di negoziazioni, gli stati membri dell’ONU sabato hanno trovato un accordo per la protezione dell'oceano e si impegneranno a stanziare più fondi per la conservazione marina, affinché il 30% delle acque in ‘alto mare’ diventino aree protette entro il 2030.
Attraverso il suo portavoce, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha affermato che "il trattato è fondamentale per affrontare la triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell'inquinamento".
Il commento di Cosimo Solidoro, direttore della Sezione di Oceanografia:
"L’oceano è di tutti e tutti ne beneficiamo, ma fino a ieri nessuno poteva assumersi la responsabilità di proteggere il cosiddetto ‘alto mare’, ossia quella zona che si trova oltre le 200 miglia della Zone Economiche Esclusive e che copre oltre due terzi dell’oceano globale.
Infatti, se ogni Paese ha l’onere e la possibilità di esercitare tale controllo lungo le proprie coste, l’‘alto mare’ ricade nelle acque internazionali, in cui tutti gli Stati hanno la possibilità di navigare, pescare e fare ricerche, e restava quindi una zona di tutti ma sotto la responsabilità di nessuno.
E’ evidente che in quella situazione era difficilissimo, se non impossibile, definire e implementare politiche di protezione degli ecosistemi marini, e di regolamentazione e controllo sulla sostenibilità dell’utilizzo delle risorse del mare. L’alto mare, quindi, pur svolgendo un ruolo essenziale per la salute del Pianeta e dell’umanità, restava quindi particolarmente vulnerabile, e a rischio di uno sfruttamento incontrollato.
Il trattato di ieri segna un momento importantissimo nel superare questa difficoltà, definendo un quadro politico sovranazionale e alcuni meccanismi per definire e implementare accordi condivisi, restituendo agli Stati nazionali uno strumento per agire concretamente.
Le Nazioni Unite pochi mesi fa si sono date l’obiettivo di proteggere il 30% dell’ oceano entro il 2030, oggi esiste uno strumento legislativo per istituire aree marine protette in acque internazionali ed è stata istituita una Conferenza delle Parti - COP per raccordare le azioni degli Stati membri in termini di gestione di mari e oceano e protezione della biodiversità".